
Covid e psichiatria
1) I casi psichiatrici non risultano in particolare aumento nel senso di richieste di visita, da quanto verificato personalmente con colleghi, nel periodo Covid, ma questa è la risultante di un aumento reale di casi compensato da una maggiore difficoltà ad accedere al trattamento, per restrizioni e paura oggettiva di infettarsi in strutture mediche. Questo purtroppo vale anche per le forme gravi, che possono rimanere senza trattamento adeguato.
2) C’è un oggettivo impatto psicologico stressante, incrementato dal tambureggiare di notizie terrorizzanti dei media, con conseguente crescita di forme di ansia, depressione, malattie psicosomatiche, abuso di alcol e sostanze.
3) Sono sottovalutati gli effetti di isolamento sociale, solitudine e coabitazioni forzate, senza possibilità di “sfogo” all’esterno.
4) È oggettivato (v. quanto dichiarato dall’ordine nazionale dei farmacisti) un incremento significativo di consumo di psicofarmaci, in particolare antidepressivi.
5) È segnalato un significativo aumento di casi di suicidio (anche se è sempre molto difficile discriminare quanto abbia contribuito il Covid) e di tentato suicidio. Professionalmente ho avuto esperienza di un caso di suicidio in un giovane che doveva essere ospitato in struttura riabilitativa, il cui ingresso è stato ritardato per le disposizioni Covid e un caso di ideazione suicidaria ingravescente perché immerso nelle problematiche familiari da cui l’attività lavorativa esterna, non più effettuata per smart working, distraeva.
6) È sottovalutato l’impatto del deterioramento economico e dello svolgimento del proprio ruolo in società. Idee di colpa e di rovina si attivano, costituendo una importantissima causa scatenante di suicidio.
7) I bambini possono manifestare fobie di morte propria, dei genitori e parenti, fobie relative ai trattamenti medici (v. quanto propinato ininterrottamente in TV)
8) La chiusura delle scuole fa perdere il senso di aggregazione, stimolazione ambientale e supporto sociale da parte dei coetanei assolutamente necessari in età scolare. Non certo recuperabili con la didattica a distanza.
9) Un ampio studio epidemiologico condotto negli USA ha dimostrato che lo stress maggiore riguarda, inopinatamente, più la popolazione giovanile (dai 34 anni in giù) che non gli anziani. Più gli ambienti urbani di quelli rurali.
Quali conclusioni? Il lockdown sembra la soluzione peggiore possibile per i problemi psichiatrici accennati.